L’agente della Peronospora del Pomodoro è la Phytophthora infestans, un fungo polifago appartenente alla famiglia delle Peronosporaceae. Oltre il pomodoro questo patogeno, che comprende diversi biotipi a parassitismo specializzato, attacca altre specie vegetali come la patata o altre Solanacee sia spontanee che coltivate.
I sintomi dell’infezione si manifestano in tutti gli organi della pianta e possono portare nei casi più gravi a una perdita del raccolto sia per avizzimento e diseccamento della pianta sia per distruzione diretta dei frutti. Sulle foglie la malattia si presenta sotto forma di macchie decolorate(clorotiche)irregolari, localizzate marginalmente o internamente al lembo, che successivamente imbruniscono assumendo prima un aspetto verde scuro e poi bruno-bronzeo. In condizioni di elevata umidità l’alterazione si estende rapidamente sull’intero lembo fogliare mentre nella pagina inferiore in corrispondenza delle aperture stomatiche compare una leggera efflorescenza biancastra dovuta alla presenza degli zoosporangiofori(organi riproduttivi) del fungo. Sui fusticini, sui piccioli fiorali e sui peduncoli fiorali l’infezione si manifesta solo nel caso di forti attacchi presentando una sintomatologia molto simile a quella riscontrabile nelle foglie. Si evidenziano striature longitudinali più o meno estese, di colore bruno, in corrispondenza delle quali gli organi si piegano o si spezzano. L’attacco sui frutti interessa generalmente le bacche ancora verdi e si manifesta inizialmente con la presenza di aree edematose e irregolari che successivamente si disidratano e divengono represse assumendo una colorazione olivacea. Solo in condizioni di elevata umidità dell’aria si può riscontrare sulla parte colpita del frutto la presenza di una muffa biancastra. La bacca una volta colpita interrompe la maturazione, si distacca dalla pianta e successivamente marcisceDurante il periodo invernale il patogeno sverna sui residui vegetali sotto forma di micelio per poi riprendere la sua attività infettiva durante il periodo primaverile. L’emergenza degli sporangiofori si ha quando l’umidità dell’aria supera l’85% e la temperatura ottimale è di 22°C mentre per la formazione degli sporangi è necessario un tasso di umidità superiore a 90% e una temperatura tra 18°C e 24°C. Gli sporangi successivamente vengono trasportati attraverso l’acqua e il vento sugli organi della pianta dove in base alla temperatura germinano direttamente per micelio (18°C) o indirettamente per liberazione di zoospore mobili. L’incubazione varia tra 60 e le 144 ore a seconda della temperatura, del tipo o varietà di ospite. I periodi più brevi si hanno intorno a 20°C - 23°C che corrispondono all’optimum per l’accrescimento del micelio.
La strategia di lotta..........................leggi l'articolo il 14/10/09 e scoprirai le strategie di lotta da noi proposte
DATA PROX ARTICOLI:
14/10/2009 PERONOSPORA DEL POMODORO SINTOMI,CICLO E STRATEGIA DI LOTTA
15/10/2009 DIFESA DEL CAVOLO RAPA IN COLTURA PROTETTA...REVISIONE ARTICOLO DI AGRONOTIZIE DA PARTE DELLO STESSO AUTORE...
25/10/2009 tuta absoluta
03/11/2009 L'AZIONE DELLA NITRATO REDUTTASI E LA CONCENTRAZIONE DEI NITRATI NEGLI ORTAGGI A FOGLIA
------- DATA E ARTICOLO DA DEFINIRE
il prossimo articolo sarà sulla Tuta absoluta-tignola del pomodoro(foto)lepidottero minatore che sta creando seri danni sulle colture di pomodoro del centro-sud italia e sulla peronospora del pomodoro..........
Tuta absoluta (Meyrick 1917)
Povolny (1994)
IL GESTORE DEL BLOG SI SCUSA PER IL RITARDO NELLA PUBBLICAZIONE DELL'ARTICOLO SULLA TUTA ABSOLUTA MA LA PRESENZA DI POMODORO ANCORA IN CAMPO NE STA RITARDANDO LA PUBBLICAZIONE
STIAMO LAVORANDO PER MIGLIORARE IL BLOG
PROVE TECNICHE D'IMPAGINAZIONE E VISUALIZZAZIONE DEL MODELLO
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NELLA FOTO LA TOSSICITA' E' STATA CAUSATA DA OLIO MINERALE E CALCIO FOGLIARE. Infatti gli oli minerali insetticidi sono prodotti derivati dalla distillazione frazionata del petrolio greggio, impiegati in agricoltura per la loro azione insetticida.
In generale i composti aromatici sono fitotossici oppure non hanno azione insetticida, perciò nella composizione devono prevalere le paraffine.
Per quanto riguarda i componenti alifatici, l'azione insetticida e la fitotossicità sono associate al peso molecolare. Le paraffine con peso molecolare inferiore a 280-290 u hanno una modesta azione insetticida, quelle con peso molecolare superiore a 330-340 u sono invece fitotossici. Gli idrocarburi insaturi hanno invece un'azione più energica sia nell'effetto insetticida sia nella fitotossicità.
I processi di raffinazione dopo la distillazione hanno lo scopo di ridurre l'effetto fitotossico degli olii minerali per saturazione dei doppi legami con acido solforico (solfonazione). Il grado di raffinazione è indicato dal residuo insolfonabile (UR, unsulfonatable residue) ed esprime la percentuale di idrocarburi che non reagisce alla solfonazione. Gli oli minerali possono infine creare fenomeni di fitotossicità se utilizzati insieme ad altri prodotti quali(rame,zolfo,calcio,magnesio e altri metalli).
Inquadramento tassonomico
Regno: fungi
Phylum: Ascomycota
Ordine: Erysiphales
Famiglia: Erysiphaceae
Specie: Laveillula taurica /Oidiopsis taurica
Distribuzione geografica:
il fungo è comune nelle regioni mediterranee, sia in serra che in pieno campo, su ampia gamma di ospiti: pomodoro, melanzana, peperone ecc.
Sintomatologia:
Sintomi tipici:
Si manifestano sul pomodoro (pianta) in qualsiasi stadio si sviluppo sotto forma di un efflorescenza biancastra farinosa diffusa prevalentemente sulla pagina inferiore della foglia mentre in corrispondenza dell’efflorescenza sulla pagina superiore compare una macchia clorotica che successivamente necrotizza.
Sintomi atipici:
L’oidio è stato anche rilevato come si nota dalla foto come sintomo iniziale con la presenza dell’efflorescenza biancastra sulla pagina superiore della foglia (Dr. Agr. A.L.S.T.2008).
Biologia ed epidemiologia:
Laveillula taurica a differenza delle altre erisifacee caratterizzate da un micelio ectofitico, questo possiede il micelio di tipo emiendofitico. Esso è caratterizzato da ife ialine, ramificate, superficiali, munite di oppressori lobati o assenti secondo alcuni autori con austori subglobosi che penetrano attraverso gli stomi spingendosi nel mesofillo fogliare dove si addensano per lo più nelle camere ipostomatiche e negli spazi intercellulari del tessuto lacunoso più vicino all’epidermide. I conidiofori sono eretti, ialini, semplici costituiti da 3-5 cellule e con un solo conidio apicale. I cleistoteci (forma di conservazione invernale) sono nerastri, sferici, muniti di fulcri ramificati contenenti numerosi aschi di circa 15-30 cm Solitamente il fungo si presenta nella sua forma agamica Oidiopsis taurica sulla superfice esterna della foglia. Il fungo si conserva e sverna come micelio vegetante o come cleistotecio sui residui colturali.
La diffusione del fungo è affidata ai conidi portati all’apice di lunghi rami conidiofori. Le condizioni ottimali per l’infezione si verificano con temperatura superiore a 20°Ced il 70-75% di umidità. In campania la patologia si manifesta da aprile a settembre se sussistono le condizioni termo-igrometiche ottimali.
TIPO DI PATOGENO: Fungo
BIOLOGIA: Si conserva come micelio nei residui vegetali o come conidi sui residui o anche nelle strutture di legno della serra
ORGANI VEGETALI SOGGETTI ALL'ATTACCO: Fusti, foglie, frutti.
SINTOMATOLOGIA: Sulle foglie macchie giallastre ampie con contorni non ben definiti, in corrispondenza delle quali, sulla pagina inferiore, si rileva una muffa olivastra e vellutata. Le foglie attaccate tendono ad accartocciarsi e a seccare. Manifestazioni simili a carico di fiori, piccioli fogliari, fusti, raramente dei frutti, con macchie bruno- nerastre.
DANNO: Disseccamento delle foglie, scarsa produttività delle piante, frutti che maturano con difficoltà
TIPO DI PATOGENO: Fungo
BIOLOGIA: Il fungo penetra direttamente attraverso le aperture naturali (stomi). Sui residui vegetali come micelio vegetante o come spora (ascospora).
ORGANI VEGETALI SOGGETTI ALL'ATTACCO: Foglie
SINTOMATOLOGIA: Efflorescenza farinosa dapprima bianca e poi giallina sulla pagina inferiore delle foglie cui corrispondono, sulla pagina superiore, macchie giallastre a contorni sfumati che necrotizzano. L'intera foglia si accartoccia dal basso verso l'alto e si lacera, oppure, divenuta flaccida, si stacca.
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